Netanyahu mediatore Intesa russo americana? Il segretario di Stato americano John Kerry ha dimostrato tutte le possibili giravolte di una politica estera disastrata quale quella di questi due mandati alla Casa Bianca. Dopo avere detto che Assad era il nuovo Hitler in Medio oriente, vennero diffuse le foto che lo ritraevano serenamente a cena in un ristorante di Londra con il premier siriano e le moglie. Quando iniziò la collaborazione con la Siria per il monitoraggio dell’uso delle armi chimiche e la loro distruzione, Kerry divenne complimentoso per i grandi risultati ottenuti grazie ad Assad. Tempo pochi mesi e di nuovo il regime era messo all’indice e questa posizione sembrava essere divenuta salda nel momento nel quale venivano portati i turchi all’interno della coalizione anti Isis. Ora che al Pentagono si stanno convincendo che Ankara combatte il Pkk e non il califfo, Kerry ha compiuto un’ultima giravolta, per cui forse Assad può diventare un alleato. Così il segretario di Stato Usa ha telefonato al ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. Tanta agitazione da parte di Kerry non deve essere considerata riprorevole. Purtroppo è difficile orientarsi in uno scenario tanto complesso come quello medio orientale e Kerry le sta provando tutte senza pregiudizi, il che è l’unica garanzia positiva dell’amministrazione. Contrari e preoccupati inizialmente al rafforzamento militare di Mosca in Siria, ora gli americani si mostrano più comprensivi. Da una parte continuano a sostenere che un ruolo attivo del presidente Bashar al-Assad nella coalizione di oltre 60 Paesi impegnati contro l’Is, non sarebbe credibile. Dall’altra si guarda con favore ad un intervento costruttivo da parte della Russia. Ma chi può dare garanzie su quale autentico ruolo la Russia intenda svolgere? L’America a proposito dispone di un solo consigliere sul campo, il premier israeliano ed infatti Netanyahu lunedì sarà in Russia per discutere col presidente Vladimir Putin le ripercussioni della dislocazione delle sue unità militari in Siria. Poi sarà negli Usa il 9 novembre. Per quel tempo avremo uno scenario più chiaro della situazione e anche delle possibilità, molto complesse, agli affetti, che russi e americani trovino un’intesa comune sul Medio oriente. Roma, 17 settembre 2015 |